“L’ingiustizia e la discriminazione mi hanno spinto a diventare avvocato e sono orgogliosa di essere la prima donna giudice e oggi magistrato del Consiglio della Magistratura”, ha affermato la Morales.
Nel 1984 si iscrive alla Facoltà di Diritto e Scienze Politiche dell’Università Maggiore di San Andrés (UMSA) e nel 1990, e si laurea con il titolo di avvocato.
Tra il ’96 e il 13 Marzo del 2008 ha lavorato come segretaria al Tribunale Civile della Corte Superiore nel Distretto di La Paz. E’ vedova e ha un figlio di 12 anni, Álvaro.
Fino a Febbraio, la Morales lavorava per il Tribunale delle Sentenze della Provincia Inquisivi di La Paz.
La Morales in un’intervista con ABI, Agenzia Boliviana di Informazione, ha espresso il suo punto di vista, con luci ed ombre, sull’amministrazione della giustizia in Bolivia,
Agenzia Boliviana di Informazione (ABI).
Come è nata, essendo donna, la vocazione per studiare diritto e chi l’ha appoggiata?
Amalia Morales Rondo (AMR). Prima di tutto, ho sempre portato la gonna, senza vergogna, essere testimone dell’ingiustizia del mio Paesee ha fatto scattare questa vocazione. Da bambina pensavo: “Perché non studiare per aiutare la gente?” Mi sono impegnata da sola e ho avuto anche l’appoggio dei miei genitori ed amici per essere quello che sono oggi.
ABI. Ha subito discriminazioni essendo donna?
AMR. Quando entrai all’Università fui vittima di discriminazioni ma oggi questa tendenza sta cambiando, poco a poco. Oggi la donna ha accesso all’istruzione superiore pubblica e privata.
ABI. Come si è assunta l’impegno di svolgere funzioni prima da giudice e oggi da magistrato?
AMR: dopo 12 anni come segretaria nel Consiglio Superiore della Magistratura e poi come Giudice, ho acquisito l’ esperienza necessaria per svolgere questa funzione. Tuttavia, vorrei dire che una cosa è l’esperienza e un’altra sono la pratica e la teoria dell’Università. Per l’incarico che svolgerò combinerò questi tre aspetti e credo che andrà bene.
ABI. Come vede la giustizia nel Paese, spesso criticata dai cittadini a causa dei ritardi?
AMR. Sfortunatamente è vero, ma la nostra gente deve capire che nella giustizia c’è un enorme carico processuale e pochi giudici. Io penso che occorra almeno duplicarli per far sì che la giustizia sia pronta e rapida. Comprendo la disperazione dei cittadini allo stesso tempo, ma i procedimenti devono fare il loro corso.
ABI. Cosa farà per migliorare la situazione dell’amministrazione della giustizia?
AMR. Applicherò correttamente la legge e mi impegnerò per migliorare la situazione per umanizzare l’amministrazione della giustizia. Mi orienterò a garantire a tutti il diritto ad una giustizia imparziale e ad offrire assistenza legale gratuita.
ABI. Come vede l’attuazione della Legge 1970 del nuovo Codice di Procedimento Penale?
AMR. Le leggi non sono fatte per dare la colpa ai giudici, ma in ogni caso la Legge 1970 beneficia chi delinque e non la vittima, quindi credo debba essere modificata.
Tradotto da Eleonora Albini