In un’intervista in diretta alla CNN, il primo ministro di Haiti, Jean Max Bellerive, ha quantificato in “centinaia di migliaia” i morti a causa del forte terremoto che ha colpito il paese caraibico martedì scorso.
Il primo ministro ha detto nell’intervista che la popolazione si è comportata con calma di fronte alla tragedia: “La popolazione ha reagito con maturità. La gente si sta aiutando reciprocamente, tentando di organizzarsi”.
Ha precisato la necessità urgente di ripristinare l’aeroporto della capitale, per cominciare a ricevere invii di aiuti umanitari e personale specializzato.
Ban Ki-moon, segretario generale dell’ONU, ha informato che un terzo dei 9 milioni di abitanti del paese sono stati colpiti dalla calamità, in un paese già flagellato dalla povertà.
“I servizi basilari, come l’acqua e l’elettricità, sono interrotti quasi del tutto. Le grandi vie di trasporto sono gravemente danneggiate e ostruite da rocce e alberi caduti, oltre che dalle macerie degli edifici collassati”, ha detto Ban Ki-moon.
Ban Ki-moon ha evidenziato che i servizi di assistenza medica non funzionano, e che la torre di controllo dell’aeroporto della capitale è stata distrutta, sebbene l’aerodromo principale continui a funzionare.
Il segretario generale ha informato che “giovedì prossimo giungerà nel paese il diplomatico guatemalteco Edmond Mulet per assumere il pieno controllo della missione dell’ONU (Minustah) e cominciare il suo lavoro, riunendosi con le più alte cariche del paese”.
Inoltre, Ban ha detto che risultano dispersi altri 10 impiegati delle agenzie dell’ONU presenti nel paese caraibico, che è confermata la morte di 11 militari brasiliani e che altri 7 sono dispersi.
Ha detto che il numero di membri della missione Minustah deceduti nel terremoto ammonta già a 16, e che mancano ancora notizie di circa 150 impiegati dell’organismo.
Da parte sua, il rappresentante speciale dell’ONU per Haiti ed ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, ha dichiarato all’Assemblea Generale che ci sarà necessità urgente nelle prossime due settimane di acqua potabile, alimenti e alloggi.
“La cosa migliore è inviare denaro. Inviare anche solo due dollari, questa è la cosa migliore”, ha detto Clinton, che tramite la sua fondazione ha aperto una pagina web dove si indirizzano le donazioni a favore del paese caraibico.
Tradotto dallo spagnolo da Valerio Marinai