Ki-moon ha capeggiato il 24 novembre un atto nella sede dell’ONU la sede de la ONU alla vigilia della Giornata Internazionale per lo Sradicamento della Violenza contro le Donne.

Questa giornata viene celebrata in onore delle sorelle dominicane Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, assassinate dalla polizia segreta del presidente dominicano Rafael L. Trujillo (1930-1961) il 25 novembre 1960.

In occasione della commemorazione l’Istituto Internazionale di Ricerca e Capacitazione dell’ONU per la Promozione della Donna (INSTRAW, acronimo in inglese), la cui sede è in Repubblica Dominicana, ha confermato in un informativo che più del 50% delle donne e delle bambine dell’America Latina e dei Caraibi ha subito aggressioni di qualsiasi tipo.

Secondo i dati dell’INSTRAW, in Bolivia ad esempio il 52,3% delle donne tra i 15 e 1 49 anni ha subito violenza fisica da parte del suo partner. Ad Haiti il 17% ha subito violenza sessuale. In Perù il 68% ha subito violenza emotiva.

In Repubblica Dominicana lo studio stima che il 24,8% delle donne che vivono nelle aree urbane e il 21,9% delle donne nelle aree rurali hanno sperimentato violenza fisica in qualche momento della loro vita.

In accordo con lo studio, la sicurezza per le donne della regione dipende dalla creazione di un cerchio di protezione dentro le case, così come la difesa contro la violenza e la molestia sessuale nei luoghi pubblici e nell’ambiente lavorativo.

**Senza vittoria**

L’ONU ha messo in risalto questa settimana la Convenzione sull’Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione Contro la Donna (CEDAW, acronimo in inglese), che compie 30 anni a dicembre, ma che ancora non è stata ratificata da 7 paesi, tra cui gli Stati Uniti.

“E’ un documento molto pratico, perché dice concretamente ed esplicitamente ciò che i paesi devono fare a livello nazionale per conseguire l’uguaglianza della donna”, ha affermato Ban Ki-moon.

Il segretario generale dell’ONU ha evidenziato in un comunicato diffuso dal Fondo delle Nazioni Unite per lo Sviluppo della Donna (UNIFEM) e l’Alta Commissione per i Diritti Umani, che “il progresso non è automatico”, ma che mancano “tanto lavoro ed impegno per realizzare i cambiamenti necessari nelle società”.

Tradotto dallo spagnolo da Roberta Consilvio