La giornata, organizzata da “Il Messaggio” di Silo, da Mondo Senza Guerre e dal Movimento Umanista, è caduta proprio mentre a Moreno (provincia di Buenos Aires, Argentina) si celebrava la settimana della Nonviolenza. Il 5 novembre ha visto l’avvicendarsi di numerose attività volte a creare una coscienza sulla necessità della nonviolenza.
L’incontro ha avuto inizio alle ore 18 con una passeggiata all’interno del Parco di Studio e Riflessione. I rappresentanti dei diversi credi religiosi hanno passeggiato e hanno potuto contemplare la fonte, allegoria dell’energia prodotta dalla fusione dei concetti di maschile e femminile, il monolito, interamente in acciaio inossidabile, che fissa la linea del tempo rappresentante l’epoca in cui il luogo venne fondato e permette l’allineamento spaziale, il Muro della Riconoscenza, che riporta i nomi di coloro che hanno contribuito alla costruzione del Campo, e infine la sala, una costruzione semi-sferica il cui interno simbolizza l’accesso all’esperienza interna profonda attraverso uno spazio libero da icone, simboli o immagini.
Terminata la passeggiata ci si è spostati nella sala, dove ogni esponente ha avuto a disposizione cinque minuti per esporre il proprio punto di vista.
Il pastore Juan Carlo Borres, esponente della Chiesa Evangelica “L’Unzione dello Spirito”, ha attirato l’attenzione dei presenti sulla necessità e l’importanza per credi e culture diverse di unirsi con l’obiettivo di promuovere la costruzione della pace nella società.
Rajatakrisna Ramon Sosa, di Shrii Anandamurti, ha parlato del suo impegno attivo a favore della nonviolenza e ha espresso il desiderio di consegnare all’ambasciatore indiano, che avrebbe incontrato nella stessa mattinata al Festival dell’India, un dossier informativo sulla Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, che sta attraversando il mondo chiedendo il disarmo nucleare e lo stop a tutte le guerre. Sosa ha condiviso la necessità di unire le energie per ottenere una società più giusta e ha auspicato che nelle scuole la nonviolenza venga introdotta come materia didattica.
Nel suo intervento, Alberto Palavicino, esponente della Chiesa Carismatica Ontologica Argentina, ha dichiarato: «Se la violenza continua a crescere, le conseguenze saranno disastrose. Siamo tutti responsabili di quanto sta accadendo e dobbiamo finalmente deciderci: o continuiamo ad appoggiare i nostri Governi nell’azione di accaparramento delle armi, oppure uniamo le nostre voci a quelle di milioni di esseri umani permettendo alla luce della nonviolenza di illuminare le nostre coscienze».
Flora Noemí Machicado, membro del Consiglio di Solidarietà Internazionale dei Residenti Boliviani, ha confermato che il popolo boliviano continua a lottare in nome della liberazione e ha affermato: «L’emigrazione è un diritto, non un reato, e in quanto esseri umani abbiamo il diritto di voler vivere laddove pensiamo di poterlo fare meglio».
Secondo Padre Miguel Ángel Ramírez Lepe, rappresentante della Pastorale Migratoria, della diocesi di Merlo, «Per ottenere la nonviolenza, bisogna lavorare insieme dialogando» e ancora «l’immigrato non è una minaccia, ma una benedizione, perché contribuisce alla diversità e questa è una ricchezza».
All’incontro hanno partecipato tra gli altri: Susana Giménez, della S.G.I. Buddismo di Nichiren Daiyonin, Gopi Charana Raj Devi Dasi, direttrice del Gopal Ashram, il capo Braulio Escobar, della Comunità Tupi – Guarani “Guarajhi-Vera”, Oba Santiago Allengue de Ogum, dell’Organizzazione Socio-culturale Africanista Umbandista, Pai Carlos de Ogum, esponente della Santería cubana e Cristina Ioannidis, dell’Associazione Culturale Ellenica AETOS.
La giornata si è conclusa al Centro di Lavoro del parco con un dibattito generale e la proiezione di alcuni audiovisivi sulle attività in atto nei vari Paesi che partecipano alla Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza.
Traduzione dalla spagnolo di Ada De Micheli