Il rapporto, alla sua seconda edizione, analizza i dati raccolti tra il 2000 ed il 2008. Oltre 47.500 utenti per i quali sono state indagate provenienza, genere, età, stato civile e figli, permanenza, istruzione, occupazione, abitazione, e un focus dedicato al lavoro nel Paese di origine e in Italia.
“L’analisi dei dati raccolti dal Naga tra il 2000 e il 2008 permette di sfatare alcuni ’miti’ dell’immaginario comune riguardo all’immigrazione irregolare e di mettere in luce alcune tendenze nell’evoluzione della popolazione straniera senza documenti che sarebbe arduo individuare attraverso altre fonti”, affermano i ricercatori Carlo Devillanova (Università Bocconi), Francesco Fasani (University College London) e Tommaso Frattini (Università degli Studi di Milano) che hanno curato la ricerca in collaborazione con il Naga. “Complessivamente l’utenza Naga è giovane, istruita e occupata, ma relegata in occupazioni spesso saltuarie e sempre poco qualificate, e soffre di un notevole disagio abitativo” proseguono ricercatori. “Il livello di istruzione e il tasso di occupazione dei cittadini stranieri irregolari è comparabile – e in alcuni casi superiore – a quello degli italiani. Al contrario, le loro condizioni socio-abitative sono assolutamente critiche e lontanissime dagli standard italiani. Negli anni, inoltre, si è evidenziato un notevole allungamento dell’anzianità migratoria dell’utenza Naga, segno della difficoltà nel trovare canali di uscita dalla clandestinità” concludono i ricercatori.
In particolare i seguenti dati risultano interessanti:
Il tempo medio di permanenza in Italia è notevolmente aumentato negli ultimi anni: nel 2003 il 53% dei cittadini stranieri incontrati dal Naga era in Italia da meno di un anno, mentre nel 2008, lo erano solo il 25% e il 30% era presente in Italia da quattro o più anni.
Per quanto riguarda l’istruzione, circa il 10% degli immigrati irregolari ha un’istruzione universitaria e oltre il 50% ha frequentato almeno le scuole superiori, mentre meno del 15% ha ricevuto soltanto pochi anni di istruzione o si dichiara analfabeta.
Il 62% del campione è occupato. Il tasso di occupazione dei migranti dopo tre anni dall’arrivo in Italia è del 76%: maggiore sia di quello della popolazione italiana (59%), che di quella lombarda (71%). Inoltre i dati quantitativi e qualitativi fanno emergere la dequalificazione professionale come una costante fondamentale nel rapporto lavorativo in Italia.
Infine, per quel che riguarda le condizioni abitative, per chi vive in una casa in affitto, il numero medio di persone per stanza è di 2,2: condizioni di affollamento dell’abitazione più di tre volte superiori a quelle dei cittadini italiani.
“I dati del rapporto sovvertono la retorica sull’immigrazione irregolare in base alla quale l’equivalenza straniero > immigrato > irregolare > clandestino > delinquente è centrale e ormai divenuta senso comune” afferma Pietro Massarotto, presidente del Naga. “Il Naga, oltre all’attività di assistenza che quotidianamente presta, attraverso strumenti quali il rapporto presentato oggi si pone l’obiettivo di decostruire le false rappresentazioni che dominano il discorso sull’immigrazione e di contribuire a illuminare le biografie dei cittadini stranieri, dense di delusioni, ma anche di una sorprendente progettualità: biografie troppo spesso consegnate ad una *ingombrante inesistenza* per noi inaccettabile” conclude il presidente del Naga.
Video: [www.youtube.com/user/nagaonlus#p/a/u/0/evTTwuPoqRg](http://youtube.com/user/nagaonlus#p/a/u/0/evTTwuPoqRg “www.youtube.com/user/nagaonlus#p/a/u/0/evTTwuPoqRg”)
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