È stata una vera festa, quella che ha attraversato Roma in occasione della manifestazione nazionale antirazzista di oggi pomeriggio.
Un immenso fiume umano, che da tutta Italia si è riversato sulla capitale per dare voce e sostegno ai migranti che vivono nel nostro paese e che chiedono maggiori diritti e la possibilità di vivere in maniera dignitosa.
Indubbiamente una delle manifestazioni più partecipate e accorate a cui Roma abbia assistito negli ultimi anni, in risposta ai provvedimenti adottati dal governo in materia di immigrazione ed in particolare all’impopolare “pacchetto sicurezza”.
L’ondata di respingimenti ai quali gli italiani hanno assistito sbigottiti negli ultimi mesi e le accese critiche che hanno accompagnato la sigla di accordi bilaterali tra la Libia ed il nostro paese, hanno sicuramente attirato l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema dell’immigrazione. Ma se le manovre del governo, in materia di immigrazione e di accoglienza sono state brusche, arrivando a suscitare anche lo sdegno della comunità internazionale, la risposta della società civile non si è fatta attendere a lungo. L’incredibile partecipazione che ha caratterizzato il corteo di oggi è un elemento che testimonia senza dubbio una grande maturazione e capacità di coordinamento del “popolo antirazzista” italiano. Dove per italiano si intendono anche le decine di migliaia di fratelli e sorelle immigrate che vivono e lavorano nel nostro paese, regolarmente o no.
Ed è proprio la grandissima partecipazione di immigrati, che ha contraddistinto la giornata di oggi. Un dato importante ed inequivocabile, che non può non far riflettere.
Al ventesimo anniversario dal primo corteo, nel 1989 a seguito dell’uccisione di Gerry Masslo, l’universo antirazzista, formato da una miriade di movimenti, organizzazioni studentesche, gruppi religiosi, associazioni, partiti politici e comunità di immigrati, si è dato appuntamento a Piazza Esedra, e da li, come un enorme dragone multicolore, ha sfilato pacificamente fino al suo arrivo in prossimità del Circo Massimo. Italiani e stranieri hanno camminato mano nella mano, in un’atmosfera allegra e festosa, per dire no al razzismo, e chiedere la regolarizzazione generalizzata, l’abrogazione del pacchetto sicurezza, accoglienza per tutti, la fine dei respingimenti e la rottura del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro.
Ma la manifestazione di oggi è stata anche una occasione per riflettere sull’ondata di omofobia che sembra aver investito il nostro paese, a seguito degli eclatanti casi che hanno segnato la cronaca degli ultimi tempi.
Al grido di “Maroni sui gommoni” e “respingiamo il razzismo” sono stati alcuni tra gli slogan che hanno animato il corteo, in cui non sono mancate trovate divertenti come quella di un gruppo di studenti umanisti che hanno allestito un vero e proprio “soggiorno senza permesso”, con tanto di tavoli, tappeti e caffè. O di un manifestante che travestendosi da Cristo ha voluto simbolizzare la sofferenza degli immigrati. Molti manifestati esponevano dei cartelli con l’immagine di “San Papier”, il protettore degli immigrati.
Accanto agli immigrati hanno manifestato anche la Cgil, Sinistra e Libertà, il Partito Comunista dei lavoratori, il Partito Umanista, Rifondazione comunista e numerosissime sigle politiche nazionali.
Una folta delegazione della “Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza” , il cui passaggio è atteso a Roma per il 12 novembre ha colorato il corteo con centinaia di bandiere e striscioni, preparando la capitale all’avvenimento.
Una grande festa, ma anche una grossa dimostrazione di forza e di compattezza, la manifestazione del 17 ottobre, che si è conclusa con gli interventi di diversi membri di comunità straniere, a Bocca della Verità.