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Medio Oriente

Dopo una lunga ed agitata notte, Tahrir rivendica l’orgoglio egiziano

5 mesi dopo essere esplosa la rivolta contro Mubarak, gli egiziani occupano la piazza Tahrir per rivendicare l’orgoglio nazionale con un sit-in di massa che riproporrà priorità per accelerare la transizione democratica. La mobilitazione battezzata come “venerdì di persistenza” cominciò molto prima, a giudicare dalle arringhe, slogan e bandiere che dominano la piazza di El Cairo

Le forze militari siriane intensificano le operazioni; migliaia i profughi al confine con la Turchia

Da Damasco giunge notizia di un’intensificazione delle operazioni militari nel nord del paese da parte delle forze di sicurezza siriane, intese a reprimere le proteste antigovernative che si stanno diffondendo. Lunedì ci sono stati centinaia di arresti nella città di Jisr al-Shughur. Le operazioni continuano ora a Maarat al-Numaan, nel nord della Siria.

Ci sosterrai sempre e ci ispirerai

Dopo aver perso un altro amico e compagno meno di due settimane fa, Juliano Mer-Khamis, mi tocca piangere e ricordare il collega e compagno di bordo in Free Gaza, Vittorio (Vik) Arrigoni, brutalmente assassinato la notte scorsa da estremisti religiosi a Gaza (Vittorio e Juliano si somigliavano per l’insistenza nello “stare lì” quando gli oppressi avevano bisogno di loro)

Uno spargimento di sangue macchia la “primavera araba” in Bahrein. Con il beneplacito degli Stati Uniti.

Tre giorni dopo la rinuncia di Mubarak alla sua lunga dittatura in Egitto, i cittadini del Bahrein, piccolo stato del Golfo, si sono riversati nelle strade della capitale, Manama, riunendosi in Piazza della Perla, altra versione della piazza egiziana Tahrir. Il Bahrein è governato dalla stessa famiglia, discendenti della dinastia Khalifa, dal 1780, ovvero da più di 220 anni.

Tra rivoluzioni reali e immaginarie

Lo studioso e giornalista politico Majed Kayyali dà un resoconto di alcuni aspetti della rivoluzione egiziana, con le sue caratteristiche di movimento spontaneo, sostanzialmente nonviolento, slegato dalle categorie politiche tradizionali e che ha sorpreso anche i giovani che sono quelli che hanno innescato questo movimento sociale.

Mubarak rinuncia e cede il potere alla cupola militare

Il presidente dell’Egitto, Hosni Mubarak, ha rinunciato oggi alla carica dopo quasi trenta anni di governo e diciotto giorni di presione sociale sostenuta continuamente nelle diverse cittá di tutto il paese, ed ha ceduto il potere al Consiglio Supremo delle Forze Armate (CSFA), come ha informato la televisione statale.

La Comunità insieme al popolo egiziano

La Comunità per lo sviluppo umano incoraggia e solidarizza con la protesta dei popoli di Tunisia, Algeria, Albania, Yemen ed Egitto.
La ribellione quasi contemporanea e per motivi simili di questi popoli, ci sembra l’ ennesima dimostrazione che la crisi economica che stiamo vivendo è solo l’ultima propaggine di una profonda crisi di valori.

Egiziani protestano con messaggi chiari, al margine delle cifre

Un miscuglio di ira e festa ha caratterizzato le marcie in Egitto, esigendo la rinuncia di Mubarak a chi i manifestanti rimproverarono le politiche domestiche ed la vergognosa sottomissione a Israele. Con indipendenza dalle cifre che divergono tra i dati dalla polizia (200.000 persone) e degli organizzatori (2 milioni), la dimostrazione ha superato quelle degli ultimi 8 giorni

Convocano a una manifestazione in Siria

In Siria é stato lanciato un invito a manifestare contro il regime di quel paese. L’appello è stato fatto dal social network Facebook, che è censurato dalle autorità siriane, una mossa che a sua volta viene derisa da alcuni nella rete. Gli organizzatori sostengono di non essere solo contro il presidente siriano, Bashar al-Assad.

Manifestazioni sfidano il coprifuoco in Egitto

I confronti tra manifestanti e la polizia continuano in varie città egiziane, nonostante dalle 18:00 rimanesse stabilito il coprifuoco in tutto il paese, vigente fino alle 07:00. Gli scontri si sono svolti essenzialmente a Il Cairo, Alessandria e Suez.
Nel corso delle dimostrazioni i manifestanti incendiarono la sede principale del Partito Nazionale Democratico (PND).

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