Opinioni
La lotta pacifica e nonviolenta del popolo honduregno
Un decreto del governo di fatto ha riorientato la lotta pacifica e nonviolenta del popolo honduregno. La resistenza si manifesta per le strade di quartieri e colonie, senza violenza. I paesani tornano dalle marce nelle loro piantagioni dove i semi stanno germogliando. Tra poco la pisca (il raccolto) sarà pronto e nessuno potrà fermare questo popolo stanco di tanta violenza.
Il paravento dell’Iran: scacco a Obama? E alle prospettive di disarmo nucleare?
Angelo Baracca, fisico e scienziato per la pace, interviene di nuovo su come la recente risoluzione dell’ONU sia stata immediatamente strumentalizzata e quindi il reale disarmo nucleare sottoposto a condizioni capestro. Allegato all’articolo una nota sulle “Inquietanti analogie fra Iran e Brasile” fa notare come nel trattare l’argomento si usino pesi e misure molto differenti.
“La cosa più importante è rendere consapevole la stampa affinché smetta di diffondere odio e violenza”
Hicham Hamdan, Ambasciatore libanese in Argentina, ha sottolineato il ruolo fondamentale della stampa nella pace mondiale. Ha poi evidenziato l’importanza di estendere gli accordi di non proliferazione delle armi nucleari a tutti i paesi. Sebbene il Medio Oriente sia ritenuto “una zona calda”, Hamdan reputa che il suo paese abbia compiuto passi avanti nel superare la violenza.
Un camminare conversato e condiviso
Nella maggior parte dei paesi si sente la vibrazione di una nuova coscienza, chiamata dalle necessità reali, che tenta di vincere le avversità e costruire un nuovo senso comune. E’ possibile costruire un’architettura sociale più solidale, impegnata senza paure con la verità, la saggezza e l’armonia. Un altro mondo è possibile.
Dalle parole ai fatti
“Dobbiamo passare dalle parole ai fatti” dichiara Angelo Baracca nella sua prima collaborazione con Pressenza.
Angelo Baracca, professore universitario, si occupa da tempo della battaglia contro le armi nucleari. E’ autore di “A volte ritornano: il nucleare, la proliferazione nucleare, ieri oggi e soprattutto domani” Aderisce alla Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza.
Appoggio a Obama per la sospensione dello Scudo Antimissilistico
E’ un gesto di distensione e di pace molto importante quello del Presidente Obama e vogliamo metterlo in risalto, applaudirlo nel mondo intero. Appoggiamo tutti gli sforzi che sta facendo per avanzare verso il disarmo nucleare mondiale. Invitiamo Barack Obama ad appoggiare la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza insieme ad altri 20 Capi di Stato.
“Dobbiamo impegnarci a lavorare per costruire un mondo senza violenza”
Lottatore per i diritti umani, il Consigliere Italo Cardoso (PT-SP) aderisce alla Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. “Nella mia funzione di Vice-Presidente della Commissione per i Diritti Umani della Camera di San Paolo, sono stato tra i primi a sostenere la Marcia che, ovunque passi, mi auguro possa incontrare persone che manifestano per la pace e per la libertà”.
Bolivia, la rivoluzione nonviolenta
In questo articolo l’autrice analizza le ragioni grazie alle quali è possibile affermare che il processo boliviano, guidato dal Presidente Evo Morales, è un processo umanitario, pacifico e nonviolento.
A dimostrarlo, una nuova Costituzione, considerata rivoluzionaria in molti punti, e l’atteggiamento assunto da Morales in particolari situazioni di conflitto.
UNASUR ha perso la rotta
E’ deplorevole vedere i governi sudamericani lanciati in una nuova corsa agli armamenti. Se ancora non si è sfociati in guerre aperte nessuno assicura che domani i futuri governi non lo facciano. Ci spiegano che non si tratta di corsa agli armamenti ma di modernizzazione della difesa per combattere terrorismo e narcotraffico.
Leonardo Sbaraglia: “È importante sostenere la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza”.
Il famoso attore argentino, che ha superato le frontiere nazionali con la sua arte, ha aderito al progetto che dal 2 ottobre prossimo attraverserà ben 90 Paesi, dalla Nuova Zelanda all’Argentina, chiedendo il disarmo nucleare, il ritiro delle truppe dai territori occupati e la fine delle guerre. Inoltre denuncia la quantità di denaro investito nella produzione di armi.