Politica
Nuove mobilitazioni per lo stop all’acquisto dei caccia F35
E’ al via la seconda fase della mobilitazione per chiedere al Governo italiano di non procedere all’acquisto dei 131 cacciabombardieri d’attacco F35-JSF e destinare i fondi risparmiati alla tutela dei diritti dei più deboli e allo sviluppo del Paese. “Si tratta di una spesa di circa 20 miliardi di euro (15 per il solo acquisto e altri 5 per lo sviluppo)”
La Marcia della pace non è un rito, è un’azione politica
Mancano pochi giorni alla “Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli” che domenica 25 settembre vedrà sfilare migliaia di persone da Perugia ad Assisi.
Il popolo della pace si mette in cammino per smontare la guerra di oggi, attraverso il ritiro dall’Afghanistan e dalla Libia, e quella di domani, attraverso il disarmo e il taglio drastico delle spese militari.
Quel 99 per cento che ha occupato Wall Street
Se 2.000 attivisti del movimento conservatore Tea Party si fossero presentati a Wall Street probabilmente altrettanti giornalisti sarebbero venuti a coprire l’evento. Effettivamente ,erano in 2.000 sabato ma non c’erano cartelli del Tea Party né bandiere di Gadsden con il serpente e la scritta “niente scherzi con me”. Ma il messaggio era chiaro comunque.
Il Senato minaccia i palestinesi per la richiesta di venire riconosciuti come stato indipendente
Il governo di Obama e i leader del Congresso stanno intensificando la loro campagna per sovvertire il tentativo dei palestinesi di venire riconosciuti alle Nazioni Unite. Mercoledì, il Comitato di Gestione delle Spese del Senato, ha minacciato di ritirare gli aiuti Usa all’Autorità Palestinese e chiudere l’ufficio in loco.
Lampedusa: le conseguenze di una politica
Quello che sta succedendo a Lampedusa è la conseguenza di una politica criminale che da decenni i governi italiani stanno attuando nei confronti dei migranti. Migranti che, oltre a essere privati dei più elementari diritti umani, vengono deliberatamente usati per esasperare gli animi, costruire “diversi” e “nemici”, alimentare guerre tra poveri.
Occupare Wall Street
Domenica si è tentato di occupare il simbolo della finanza mondiale a Wall Street. Per la prima volta, giovani contestatori e disoccupati di varie città americane, si sono insediati seguendo lo stile degli accampamenti spagnoli, greci o israeliani, cercando di occupare la zona in piena giungla di cemento e rivendicando “un’economia al servizio delle persone”.
Passi avanti nella messa al bando delle bombe cluster
Con l’annuncio di nuovi paesi che aderiranno al Trattato di Oslo per la messa al bando delle bombe a grappolo (o cluster come sono anche note in inglese) si è conclusa a Beirut la seconda riunione degli Stati parte alla convenzione. Durante la settimana di lavori nella capitale libanese, lo Swaziland è diventato il 63° paese ad aver ratificato il Trattato.
La nuova fase e la guerra dei Mercati
Un numero di indicatori ci fa capire che siamo entrati in una nuova fase della sfera internazionale. Quello che è iniziato in Tunisia e in Egitto con la “Primavera araba” si è esteso a molti paesi in diversi continenti: dagli Indignati spagnoli e greci,al Cile dove gli studenti, con massicce manifestazioni non violente, chiedono un’istruzione gratuita e di buon livello.
La protesta globale contro i Mercati
Il movimento 15M ha organizzato una manifestazione sotto forma di giornate di dibattito economico accanto alla Borsa, protestando per il “colpo di stato” dei mercati finanziari, aggiungendosi all’iniziativa statunitense “Occupy Wall Street”. La convocazione è partita dal Gruppo di Lavoro di Economia del movimento, creato proprio dagli “indignati” spagnoli.
Le forze dell’ordine non rispettano le autorizzazioni legali durante le manifestazioni
Duecento spagnoli in marcia sono giunti alla Porte de Gentilly
per raggiungere gli altri Indignati nella Città Universitaria, dove si è svolto un gioioso
e conviviale picnic. Un gruppetto decorava visi e mani con disegni di cuori e di soli, o
con il simbolo dell’euro, per mostrare la loro indignazione nei confronti del sistema.