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Politica

Cresce il numero di vittime civili in Libia

Il numero di vittime civili in Libia continua a crescere tra gli attacchi aerei sferrati dagli Stati Uniti e l’offensiva del regime di Gheddafi contro tre città nelle mani dei ribelli. Almeno 16 civili sono rimasti uccisi quando le forze di Gheddafi hanno ripreso gli attacchi contro la città di Misurata bombardando anche la zona dell’ospedale principale della città.

In digiuno contro la guerra

Ho iniziato oggi, lunedi’ 21 marzo 2011, un digiuno contro la guerra.
Contro la guerra afgana, contro la guerra libica, contro qualsiasi guerra, contro la guerra nemica dell’umanita’.
Per una persona amica della nonviolenza il digiuno non e’ un modo per
imporre qualcosa ad altri, ma per assumere su di se’ una
responsabilita’.

La primavera della democrazia nel mondo arabo: per un processo federativo in seno alla Lega Araba

Dopo la caduta dei regimi fascisti nell’Europa, in America latina e in Asia e di quelli comunisti nella ex Unione Sovietica e’ giunto il momento del risveglio dei popoli arabi.
I governi dell’Unione europea e degli Stati Uniti sono stati colti di sorpresa dal moto spontaneo delle masse popolari che hanno invaso le piazze delle citta’ dell’Africa del nord e del Medio Oriente.

A proposito della situazione in Libia

MSGeV segue i drammatici avvenimenti di questi giorni in Libia: la vittoria della protesta popolare nonviolenta in Tunisia ed Egitto evidentemente non è servita di lezione al feroce regime di Gheddafi, che risponde alle manifestazioni assoldando mercenari africani, sparando razzi contro la gente e attribuendo la sollevazione a un complotto islamico e a oscure manovre straniere!

Tra rivoluzioni reali e immaginarie

Lo studioso e giornalista politico Majed Kayyali dà un resoconto di alcuni aspetti della rivoluzione egiziana, con le sue caratteristiche di movimento spontaneo, sostanzialmente nonviolento, slegato dalle categorie politiche tradizionali e che ha sorpreso anche i giovani che sono quelli che hanno innescato questo movimento sociale.

Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza non per moralismo, ma per dignità

L’Italia è molto meglio di chi al Governo e in Parlamento immeritatamente la rappresenta. E in questa domenica di febbraio, grazie alle donne, cominciamo ad accorgercene. Mai prima d’ora si era assistito a manifestazioni tanto imponenti organizzate non dai partiti, ma dalla gente, da tutti coloro che lottano contro il berlusconismo e difendono la Costituzione.

Grazie Egitto!

Le dimissioni di Mubarak segnano una straordinaria vittoria della gente: in 18 giorni di mobilitazione nonviolenta, resistendo ad aggressioni di ogni tipo, gli egiziani sono riusciti a liberarsi di un dittatore che li opprimeva da 30 anni!
Il coraggio e la perseveranza dimostrati dai manifestanti sono esempio che ci auguriamo altri popoli seguano.
E non solo nel mondo arabo.

Mubarak rinuncia e cede il potere alla cupola militare

Il presidente dell’Egitto, Hosni Mubarak, ha rinunciato oggi alla carica dopo quasi trenta anni di governo e diciotto giorni di presione sociale sostenuta continuamente nelle diverse cittá di tutto il paese, ed ha ceduto il potere al Consiglio Supremo delle Forze Armate (CSFA), come ha informato la televisione statale.

La Comunità insieme al popolo egiziano

La Comunità per lo sviluppo umano incoraggia e solidarizza con la protesta dei popoli di Tunisia, Algeria, Albania, Yemen ed Egitto.
La ribellione quasi contemporanea e per motivi simili di questi popoli, ci sembra l’ ennesima dimostrazione che la crisi economica che stiamo vivendo è solo l’ultima propaggine di una profonda crisi di valori.

Egiziani protestano con messaggi chiari, al margine delle cifre

Un miscuglio di ira e festa ha caratterizzato le marcie in Egitto, esigendo la rinuncia di Mubarak a chi i manifestanti rimproverarono le politiche domestiche ed la vergognosa sottomissione a Israele. Con indipendenza dalle cifre che divergono tra i dati dalla polizia (200.000 persone) e degli organizzatori (2 milioni), la dimostrazione ha superato quelle degli ultimi 8 giorni

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