Dopo i fatti di piazza Vittoria del 28 dicembre, ma soprattutto in vista del nuovo presidio neofascista del 17 gennaio al parco Pescheto, pensiamo sia necessaria una serie di chiarimenti.

1. Il primo riguarda i gruppuscoli neofascisti che intendono “riprendersi Brescia contro la feccia straniera” e il pericolo che comporta la legittimazione fornita dalle istituzioni a questo tipo di manifestazioni in città, con particolare riferimento al Questore Spina e alla Sindaca Castelletti.
In tal senso, la situazione creata in piazza Vittoria il 28 dicembre da questi due soggetti istituzionali, non solo risulta gravissima perché di fatto, mette sullo stesso piano fascismo e antifascismo, ma crediamo rappresenti con precisione e puntualità, l’anticipazione pratica di quella che sarà l’applicazione di quella mostruosità giuridica che è il DDL 1660. Di fatto, una violenta torsione dell’assetto del potere dello Stato che intende distruggere la libertà di opposizione come di espressione democratica del dissenso.

2. Il secondo invece, riguarda da vicino i fatti del 28 dicembre in piazza Vittoria. Crediamo che manifestare pacificamente negando la possibilità ai neofascisti di proporre e propagandare discorsi di odio razziale contro la società multietnica che compone il nostro tessuto sociale, sia effettivamente la messa in pratica dei principi espressi dalla Costituzione. Se il Questore e la Sindaca vogliono negare questo assunto imprescindibile, sul quale si basa tanto l’assetto democratico di Brescia quanto del nostro paese, non si possono nascondere dietro questioni di ordine pubblico (peraltro messo a repentaglio solo dalla polizia stessa, schierata in piazza Vittoria in modo dichiaratamente provocatorio e schizofrenico) ma assumersi la responsabilità di queste posizioni che sono di tipo politico. Non di certo logistico e/o organizzativo.

3. Il tempo delle contraddizioni, deve finire. Il tentativo di dividere il fronte antifascista in un antifascismo “buono” e uno “cattivo” da parte di una piccola parte del centrosinistra, pensiamo che sia alla base dell’avanzata delle destre estreme sia nel nostro paese che in tutti gli altri paesi occidentali. Rispetto ai dichiarati rimandi al ventennio fascista (si veda la marcia verso la stazione del 13 dicembre scorso), ai teoremi razziali e xenofobi di sostituzione etnica, alla guerra tra poveri seminata tanto dai neofascisti nostrani che dal governo Meloni, non c’è altra strada che la negazione sistematica degli spazi pubblici e della loro agibilità politica. Tali pratiche allarmanti e violente, non devono essere permesse tanto nelle piazze e nelle strade di Brescia, come nemmeno nelle loro sedi e nei loro ritrovi, purtroppo ben presenti sul nostro territorio cittadino e provinciale.

4. L’antifascismo è una scelta di campo. Troviamo quantomeno contraddittorio che si esprima solidarietà ad un professore pestato per strada da un gruppetto di neofascisti, quando al tempo stesso, si permette loro di organizzare iniziative, dibattiti e manifestazioni di qualsiasi forma e tipologia senza porre ostacoli (salvo dopo correre ai ripari, sventolando inutili azioni legali che lasciano il tempo che trovano). Noi, da parte nostra, non staremo passivi osservatori di queste contraddittorie e complici operazioni politiche da parte del gruppo dirigenziale del PD bresciano, dell’ANPI provinciale e della CGIL. Come tanti e tante appartenenti a queste realtà con cui abbiamo discusso e ci siamo confrontati, non delegheremo alla magistratura come non crederemo alle false prese di posizione istituzionali che da un lato si dicono “antifasciste”, dall’altro criminalizzano e strumentalizzano chi l’antifascismo lo mette in pratica.

5. Che fare? Quello che ci aspetta in futuro è ancora da scoprire insieme. A tal proposito, come Coordinamento contro il DDL 1660, crediamo che l’unica soluzione possibile sia l’organizzazione dal basso di una risposta compatta contro il neofascismo, partendo da quello di strada fino ad arrivare a quello al governo. Riguardo a questo, siamo solo all’inizio di un percorso che attraverso la pratica del confronto orizzontale, intendiamo allargare a tutti i segmenti sociali che vogliono praticare una reale alternativa politica e culturale in città. L’obiettivo, in sintesi, è quello di organizzare iniziative di qualunque genere e forma contro il DDL per non rassegnarci e costruire insieme una società più giusta. Partecipiamo, collaboriamo, mettiamo in comune i nostri percorsi individuali e collettivi al fine di convincere tanti e tante altre a non cedere al “nulla che avanza” e stare con noi! Insieme, siamo più forti.

Chiudiamo questa serie di punti, ricordando i prossimi appuntamenti: per quanto riguarda il 17 gennaio e una nostra possibile risposta all’iniziativa xenofoba al parco Pescheto, stiamo ancora decidendo cosa fare. Anche perché onestamente, non abbiamo nessuna intenzione di farci dettare l’agenda delle iniziative neofasciste. A questo proposito, abbiamo tanto altro da fare, tra cui: il 16 gennaio alle ore 21, un’assemblea alla Casa della Sinistra, in via Cassala. L’obiettivo è quello di dare continuità all’Assemblea Permanente Antifascista. In vista, c’è una grande iniziativa di piazza da organizzare tutti e tutte insieme.
Il 22 gennaio invece, sempre nelle sale pubbliche di via Villa Glori, si terrà una nuova assemblea del Comitato contro il DDL 1660. L’intenzione è quella di dare forma organizzativa alle future iniziative contro il “Decreto Repressione” e chi lo sostiene.

– Comitato contro il DDL 1660 –